Magnificat è il nome che l’impresa culturale kalatà ha dato all’esperienza di scoperta del Santuario di Vicoforte, in provincia di Cuneo. Grazie ad un percorso di circa due ore, accompagnati da una guida, scoprirete i mille segreti della cupola ellittica più grande del mondo.
Una cupola da record
Quando si parla di record, c’è sempre almeno uno scettico. Ma come? La cupola ellittica più grande del mondo? Ma davvero? In un paesino sperduto tra le Langhe e la Liguria? Ma siamo sicuri?
Prima di procedere con Magnificat, ci viene proprio ricordato che la cupola del Santuario di Vicoforte è la quinta in ordine di grandezza. A precederla sono il Pantheon di Roma, la Basilica di San Pietro, Santa Maria del Fiore a Firenze e Gol Gumbaz in India. Considerassimo solamente quelle di forma ellittica, però, il Santuario è al primo posto e detiene questo record ormai da secoli.
La bellezza del Santuario lo rende spettacolare anche in un pomeriggio di pioggia e nuvole
La storia della cupola
Le origini della cupola: tra storia e leggenda
Magnificat inizia con la narrazione delle vicende che portarono alla costruzione del Santuario. A quanto pare, queste hanno origine nella leggenda e vengono tramandate dal Rolfredo nel 1596. Si narra, infatti, che alla fine del XV secolo un fornaciaio avesse eretto una colonna votiva alla Madonna. I mattoni dell’uomo, infatti, non seccavano a dovere e l’intera famiglia rischiava di morire di fame. Alla morte dell’uomo, fronde e rovi cominciarono a coprire il pilone e la gente iniziò a dimenticarsene. Nel 1592 un cacciatore incauto la colpì con una freccia e, dalla crepa, uscirono alcune gocce di sangue. La popolazione acclamò al miracolo e decise di costruire una chiesa dedicata alla Vergine Maria.
Il pilone votivo e la miniatura si trovano tutt’ora al centro del Santuario.
Il Santuario come tomba della famiglia Savoia
Alla fine del XVI secolo, una prima cappella venne costruita intorno al pilone votivo. Questa piccola costruzione fu eretta per celebrare la fine della pestilenza a Vicoforte e persino il Monsignore vi si recò in pellegrinaggio.
La quantità sempre crescente di fedeli rese necessaria la costruzione di una chiesa in grado di accoglierli tutti. Il Duca Carlo Emanuele I di Savoia si interessò subito al progetto. La chiesa avrebbe infatti potuto anche accogliere le salme della famiglia ducale. Il Duca lesse e analizzò svariati progetti, tra cui quello di Ascanio Vitozzi. La particolarità della visione dell’architetto era la forma ellittica della cupola. Il 5 luglio 1596 fu quindi posata la prima pietra di questa costruzione visionaria.
La statua del Duca di Savoia si trova nella piazza antistante al Santuario.
Il sogno di un visionario
Magnificat è, essenzialmente, un trionfo di menti visionarie e di sogni incredibili. A pochi anni dall’inizio dei lavori, l’architetto Vitozzi morì. Quando venne a mancare anche il Duca, i fondi per la realizzazione del Santuario diminuirono sino a scomparire e i lavori si interruppero. Nel 1672, grazie all’opera dei monaci cistercensi, il cantiere riaprì e in pochi anni i muratori ultimarono il tempio manieristico che corrisponde al primo nucleo del Santuario.
Nel 1701, il celebre architetto monregalese Francesco Gallo prese in mano il progetto. Sotto la sua guida furono realizzati il tamburo della cupola, la cupola ellittica e il cosiddetto cupolino. Si narra che, per convincere i muratori a rimuovere le impalcature, l’architetto fece entrare amici e familiari nel Santuario. I calcoli del Vitozzi, controllati dallo stesso Gallo, si rivelatono corretti. La struttura, quindi, resse e l’unico rumore che si udì fu l’inevitabile assestamento della cupola.
Questi affreschi illustrano l’Ascensione di Maria al Paradiso.
I primi restauri
I primi lavori di restauro e rinnovo del Santuario di Vicoforte risalgono al XIX secolo. Il terreno argilloso sul quale poggiava la costruzione, infatti, rese necessario un alleggerimento della cupola. L’originale cupola in calce e mattoni fu quindi sostituita con una struttura in pannelli di rame. Questa, peraltro, è una “sovraccupola” poichè si trova un paio di metri più in alto rispetto all’originale. Lo spazio vuoto creatosi ha altresì una funzione importante: l’aria secca che lo caratterizza è infatti fondamentale per evitare che alcuni componenti dell’intera struttura si deteriorino a causa dell’umidità.
Nello stesso periodo vengono sistemate le quattro torri campanarie, realizzate all’inizio del secolo, la facciata principale e quella di ponente.
Di fronte al Santuario, poi, fu posata una statua del Duca Carlo Emanuele I. Proprio per questo motivo, il giorno dell’inaugurazione dei lavori anche il Re Umberto I presenziò alla cerimonia.
Per fotografare la cupola per intero occorrerebbe salire in piedi sull’altare. Purtroppo (o per fortuna) è vietato.
Il Santuario di Vicoforte oggi
Negli anni Ottanta, i drenaggi delle falde acquifere vennero restaurati e rinnovati. A questo, poi, si aggiunge l’inserimento di quattro anelli metallici alla base delle cupola per evitare il formarsi di crepe. Attualmente, è possibile individuare due cavi metallici che tagliano l’ellisse in altezza e larghezza. Contribuiscono a fornire dati in tempo reale ad un computer situato nel Santuario che invia le misurazioni raccolte al Politecnico di Torino. In questo modo ogni valore anomalo può essere puntulmante verificato. Tali anomalie, infatti, spesso vengono seguite da lavori di restauro o da piccoli interventi di manutenzione.
A questo rinnovato interesse per la conservazione del Santuario di Vicoforte si sono aggiunti gli sforzi dell’associazione Kalatà. Dal 2015, infatti, questa ultima organizza degli interessantissimi tour che prendono il nome di Magnificat.
Il magnificat termina in alto, a circa 60 metri, dove gli ultimi dipinti non sono affreschi, bensì tavole in legno dipinto.
Gli affreschi del Santuario
Un paragrafo a parte lo meritano, senz’altro, gli affreschi del Santuario che vengono descritti con dovizia di particolari durante la seconda parte di Magnificat. Anche in questo caso, infatti, ci si trova di fronte ad un record mondiale. Si tratta dell’affresco a tema unico più grande al mondo. Rappresentate, in questo caso, sono scene della vita di Maria, sino all’Ascensione. La superficie dipinta è di oltre seimila metri quadrati e sfrutta tecniche barocche quali quella del trompe l’oeil, ossia dell’illusione ottica.
Ma di che illusione si parla? Alzando lo sguardo e soffermandosi ad ammirare la volta, è impossibile non notarne la tridimensionalità. Un sapiente uso di luci ed ombre, oltre all’aggiunta di alcuni pannelli in legno, lo rese possibile già nel XVII secolo.
I colori accesi degli affreschi sono una caratteristica distintiva del cosiddetto “colorismo veneto”.
Gli affreschi furono realizzati dal pittore Mattia Bortoloni e, quando questi lasciò la cittadina, dal quadraturista Felicino Biella. L’uso del colore e il movimento che caratterizza le scene rendono l’esperienza visiva organizzata da Magnificat davvero eccezionale.
A tu per tu con la cupola
Come forse avrete immaginato, il terzo e ultimo momento di Magnificat si svolge sulla cupola del Santuario. Salendo una scala a pioli, raggiungerete il sottotetto della cupola, ossia quella zona cava che impedisce all’umidità di deteriorarne la struttura architettonica. Da lì, grazie ad una scala in legno, raggiungerete il corridoio esterno che si trova lungo il perimetro del cupolino. Una volta all’esterno, potrete finalmente ammirare il panorama mozzafiato offerto dalle valli circostanti. Colline verdeggianti, caseggiati in mattoni rossi e piccole cappelle faranno da cornice ad una delle esperienze più emozionanti che ci potranno mai capitare. Non ve ne pentirete, credetemi!!!
La piazza antistante al Santuario di Vicoforte Mondovì, fotografata dal corridoio esterno del cupolino.
Magnificat non fa per tutti
Il percorso, come ormai avrete compreso, è fatto di scale a chiocciola, ballatoi interni ed esterni e di una scala a pioli. Per ragioni di sicurezza è necessario indossare un elmetto e un’imbracatura ed un paio di movimenti da tenere a mente vengono dimostrati grazie a due modellini in metallo.
Affacciandovi lungo la balconata alla base della cupola, potrete perdervi ad ammirare le meraviglie circostanti.
Non si tratta di una visita fisicamente impegnativa, ma occorre essere a conoscenza dei propri limiti. Le persone affette da difficoltà motorie, ad esempio, si troverebbero male in arnese. Allo stesso modo, occorre tener conto dell’altezza e del fatto che, una volta raggiunta la cupola, ci si trovi a circa 60 metri da terra. Per salire sin sulla cupola, infine, occorre avere almeno 14 anni.
Magnificat secondo Me
Ci sono progetti un po’ visionari che ti rimangono nel cuore. Portatori dei sogni altrui, di quelle chimere che i più chiamano “pazzie”, ti commuovono inaspettatamente. Il Santuario di Vicoforte si è guadagnato questa menzione d’onore in una manciata di ore.
Magnificat è il modo perfetto per scoprirlo nel dettaglio, alternando storie, leggende e momenti di puro stupore. Ancora una volta, si è di fronte all’incredibile genio umano.
Le ghirlande, così come gli ultimi dettagli dell’affresco che decorano il cupolino, utilizzano sapientemente la tecnica barocca del trompe l’oeil.
L’incredibile complessità del progetto di Vitozzi è solo uno dei segni dell’intelletto sopraffino che caratterizzò questi artisti. Anche l’applicazione decisamente moderna del concetto di tridimensionalità e il trompe l’oeil barocco riportano l’attenzione sulla capacità creativa dell’uomo. Momenti come questo, insomma, non sono solo culturalmente importanti quanto umanamente fondamentali. Messi di fronte a tutta questa bellezza, infatti, è impossibile non uscirne carichi di ispirazione e di voglia di fare, vedere e scoprire. Tutto questo, ovviamente, nella speranza che duri almeno un pochettino.
Informazioni utili su Magnificat
Indirizzo
Santuario di Vicoforte
Regina Montis Regalis
Piazza Carlo Emanuele I
12080 Vicoforte (CN)
Biglietti d’ingresso (costi, prenotazioni)
Biglietto intero: 15,00€
Biglietto ridotto: 10,00€
È anche possibile effettuare una visita breve, che non prevede la salita alla cupola. Il prezzo per il percorso breve è di 8,00€.
I biglietti sono acquistabili sul sito di Kalatà oppure presso rivenditori quali l’Ufficio turistico di Vicoforte, oppure l’ATL (a Cuneo oppure a Fossano). A Vicoforte è inoltre possibile acquistare un biglietto aperto, dal costo di 10,00€. Si tratta di un’idea ottima nel caso decideste di regalare a qualcuno questa magnifica esperienza. Così facendo, infatti, occorrerà solamente selezionare data ed ora allineandoli ai propri impegni. Tutto ciò, peraltro, può essere fatto comodamente dal proprio PC o smartphone in un secondo tempo.
Accessibilità
La parte bassa del Santuario è facilmente accessibile grazie a due rampe poste ai lati della basilica. Per quanto riguarda Magnificat, la partecipazione è resa possibile grazie ad un sistema di gru. Queste sollevano un sedile chiuso su entrambi i lati che si ferma in entrambi i punti di osservazione descritti. Grazie ad una radiotrasmittente, poi, le spiegazioni della guida saranno altresì fruibili. La camminata sul ballatoio esterno, purtroppo, non è possibile.
Tutte le foto sono © Samanta Berruti. Riproduzione vietata.
Molto interessante Magnificant! Non immaginavo proprio che fosse la cupola ellittica più grande del mondo, e ora mi piacerebbe molto visitarla. Mi hai suggerito un ottimo spunto per una delle mie prossime gite 🙂
Magnificat è un’esperienza meravigliosa: non fartela scappare!!!
Un santuario che non passa inosservato! Questa cupola è davvero magnifica.
Concordo, pure se (lo ammetto) sarò sempre almeno un po’ di parte.. 😉
Ma che bello questo Santuario, non lo conoscevo e non è nemmeno troppo distante dalla mia città, potrei tenerlo in considerazione per una gita autunnale. Tra l’altro io amo le viste dell’alto e salirei volentieri la scala per arrivare sulla cupola.
In autunno, complici i colori delle campagne circostanti, la vista dalla cupola sarà sicuramente spettacolare! Buona visita! 🙂